Campagna vaccinale autunno 2023: cosa cambia?

Dall'obbligo alla sensibilizzazione

E' iniziata ieri, in tutta la regione Abruzzo, la campagna autunno 2023 di somministrazione del vaccino anti - Covid Sars 19.

Sono mutati, tuttavia, tanto i presupposti di fatto quanto i parametri giuridico – costituzionali che ispirano questa nuova campagna di profilassi sulla popolazione.

E' sparito, bocciato dalla storia e dall'opinione pubblica, l'odioso obbligo indiretto che aveva caratterizzato, in tal senso, l'azione dei governi Conte e Draghi.

La vaccinazione non è più "obbligatoria" o "presupposto" necessario per poter lavorare o frequentare luoghi pubblici ma, al contrario, viene semplicemente "raccomandata" e "offerta" ( gratuità della somministrazione ) a determinate categorie di cd. "fragili".

Tra le fasce di popolazione citate nella circolare ministeriale del 14 agosto rientrano "persone di età pari o superiore a 60 anni", "ospiti delle strutture per lungodegenti", "donne in gravidanza o in periodo post partum", "operatori socio sanitari" e "cittadini di ogni età con fragilità elevate".

Era tutto qui il senso della battaglia di molti.

Nessuno di Noi ha mai avversato, a prescindere e senza ragionamento di fondo, il vaccino come concetto generale di prevenzione.

Tutti Noi, al contrario, abbiamo sempre combattuto per la libertà costituzionale di scelta in ambito sanitario, connessa all'articolo 32 comma 2 della costituzione, in aperta opposizione agli interventi discriminatori e lesivi della libertà personale che hanno imposto la vaccinazione, in modo indiretto, anche in chiaro contrasto con i "considerando" della Corte Europea dei diritti dell'Uomo.

Quando lo stato "impone" ( anche alla luce di anamnesi prevaccinali insufficienti ) perpetra una violenza nei confronti del cittadino; quando, invece, lo stato consiglia, raccomanda, persuade, sensibilizza, ha tutta la possibilità di intavolare una dialettica matura e proficua con la popolazione.

E' necessario, pertanto, che ognuno, al di là di posizioni pregiudiziali sulla vaccinazione, abbia la possibilità di scegliere ( liberamente ) secondo coscienza accordando, di rimando, la stessa libertà di coscienza a chi decide di operare una scelta diversa.

Nel frattempo, tuttavia, la campagna vaccinale regionale sembra già iniziare in salita.

"Il Centro", questa mattina, sottolinea la scarsa adesione alla profilassi, tanto da invitare le istituzioni ad una maggiore pubblicizzazione e sensibilizzazione e da lasciare ampio spazio di persuasione ( in terza pagina ) a Giustino Parruti della Asl di Pescara.

Le ambiguità di fondo ( relative all'efficacia dei vaccini Covid ) e l'arroganza impositiva dei precedenti governi, unite alla presenza certificata di reazioni avverse, hanno evidentemente minato nel profondo la fiducia che tanti cittadini nutrivano nei confronti del nostro sistema istituzionale.

Una riflessione a chiosa di questa dissertazione: nelle linee guida ministeriali, il dipartimento raccomandando agli operatori sanitari "il rispetto dei principi e delle buone pratiche
vaccinali e l'attenzione nel segnalare qualsiasi sospetta reazione avversa
" e sottolineando
"l'importanza della tempestività della segnalazione al sistema di farmacovigilanza dell'AIFA." evidenzia come le reazioni avverse e le conseguenze e lungo e medio termine della vaccinazione siano un problema reale su cui, evidentemente, andrebbe operato un monitoraggio costante.

Considerato ciò, mi chiedo: perché non predisporre una anamnesi prevaccinale di secondo livello ( più approfondita ), su tutto il territorio nazionale, come già avviene in numerose Asl regionali d'Italia?

Area Sovranista - Montorio al Vomano - TE
Creato con Webnode Cookies
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia