M5S Abruzzo: la truffa delle candidature

Il canto del cigno del Movimento regionale

Il Movimento Cinque stelle sta morendo a colpi di promesse tradite, fallimenti elettorali e parcellizzazione di una galassia ormai ridotta ad un minuscolo atomo politico da 0.0 percentuale.

Fa sorridere, nel contesto, la presa di posizione del "padre padrone" del Movimento, Beppe Grillo, che inopportunamente dichiara "chi non segue più le regole del gioco lo dica" ( e se ne vada n.d.r ).

Ma di quali regole parla, di preciso, Beppe Grillo?

Le regole interne, tutte violate una dopo l'altra?

Gli aspetti programmatici tutti disattesi in rapida successione?

Un rapido sguardo agli accadimenti abruzzesi.

Chi ha frequentato il Movimento Cinque Stelle ( ahimè ) dall'inizio, ha sempre avuto la netta sensazione che le primarie interne on line ( parlamentarie, regionarie ecc. ) fossero una solenne buffonata.

Del resto, le selezioni relative alle candidature si sono sempre svolte su piattaforme web facilmente manipolabili e prive di qualsivoglia organo preposto a garantire la regolarità del voto.

Oggi, in una intervista al quotidiano "Il Centro", il consigliere regionale pentastellato Sara Marcozzi, rispondendo a precedenti accuse di Enrica Sabatini ( sviluppatore del sistema Rosseau e compagna di Davide Casaleggio ) ci tiene a precisare come "nel corso della tre giorni che si tenne a Pescara ( villaggio Rosseau ) Davide Casaleggio e Luigi Di Maio si sarebbero appartati in un luogo tranquillo per decidere ed eventualmente depennare i candidati ritenuti sgraditi per le elezioni politiche".

Il 16 e il 17 gennaio ( prima, quindi, dell'incontro Casaleggio - Di Maio ) dello stesso anno, tuttavia, gli iscritti alla piattaforma Rosseau votarono le cd. parlamentarie scegliendo "democraticamente" i propri candidati per camera e senato.

Elenco dei candidati che viene, puntualmente, modificato in "camera caritatis", da Casaleggio e Di Maio, il successivo 18, 19 e 20 gennaio nella kermesse pescarese del "Villaggio Rosseau".

La solenne pagliacciata, da anni sulla bocca di tutti, viene servita su un piatto d'argento da uno dei vertici del M5S abruzzese.

"In cauda venenum" ( nella coda il veleno ) dicevano i latini e il tracollo del Movimento abruzzese ( unitamente a quello nazionale ) apre lo scenario a litri di veleno e scottanti rivelazioni.

La Marcozzi, tra l'altro, esponendo così candidamente il singolo episodio disvela non un caso isolato ma, con tutta probabilità, un vero e proprio modus operandi farlocco che va a delegittimare tutte le selezioni interne abruzzesi e interregionali.

La stessa Marcozzi, inoltre, al corrente dei fatti, non può negare che il Movimento Cinque Stelle abruzzese, in assenza di opportune denunce, debba essere inevitabilmente considerato, mani e piedi, connivente di questo sistema di veicolazione delle cariche e complice della truffa delle candidature.

Un sistema marcio dalla testa in grado di delegittimare la pseudo classe dirigente pentastellata che, in questi anni, senza merito né competenze ha fatto il bello e cattivo tempo, in regione e sui territori.

E' la magra ed amara rivincita di quelli che, all'interno del movimento, si sono sempre sottratti al sistema di potere verticistico e che, quando hanno potuto, si sono prodigati a denunciare i fatti nelle sedi opportune.

Se all'inizio, il Movimento Cinque Stelle era un sogno di democrazia per i tanti attivisti in buona fede, oggi questo surrogato buffo del Partito Democratico è diventato un incubo popolato di misere ambizioni.

Non ci mancherà questo Movimento Cinque Stelle!

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