Legge elettorale regionale: la circoscrizione "Montagna teramana"

Tutelare la rappresentanza politica dell'interno

PREMESSA: I comuni "a monte" di Teramo non hanno rappresentanti in Regione da almeno 30 anni.

L'idea di un tempo era quella di una riforma della legge elettorale regionale che fosse in grado di valorizzare i territori interni, a più bassa densità demografica e oggettivamente penalizzati a livello politico.

Del resto, la rappresentanza istituzionale è, troppo spesso, una brutale questione di numeri, più che di idee o qualità, e i grandi centri urbani come Chieti e Pescara risultano essere palesemente avvantaggiati in fase elettorale.

La proposta dell'epoca prevedeva, sic et simpliciter, una frammentazione delle quattro circoscrizioni elettorali regionali ( essenzialmente corrispondenti alle quattro province ) in ulteriori tre sottocircoscrizioni.

Facciamo un esempio concreto: la circoscrizione teramana ( oggi unica ) andrebbe divisa in tre circoscrizioni corrispondenti, essenzialmente, alla zona costiera, a Teramo capoluogo e alle zone interne ( circoscrizione montagna – interno teramano ).

Allo stesso modo dovrebbero essere ripartite, le circoscrizioni del chietino, del pescarese e dell'aquilano.

Lo scopo di una siffatta riforma, sarebbe essenzialmente quello di riequilibrare a livello territoriale la rappresentanza politica regionale.

I consiglieri regionali eletti nelle circoscrizione "Montagna – interno teramano" avrebbero, giocoforza, un legame stretto e privilegiato con i loro elettori e, di rimando, gli elettori stessi andrebbero a rapportarsi con consiglieri eletti direttamente nel loro territorio di riferimento.

La riforma di legge elettorale, attualmente in discussione all'emiciclo, purtroppo va in direzione diametralmente opposta e, rispondendo ad altre ragioni diverse dalla tutela del senso di territorialità, prospetta la creazione di una circoscrizione unica corrispondente all'intero territorio regionale.

Questa ultima ipotesi, andrebbe a rappresentare la pietra tombale sotto la quale seppellire qualsiasi ipotesi di rilancio dei territori interni dell'Abruzzo.

Purtroppo, infatti, dobbiamo guardare in faccia la realtà: in un territorio come l'Abruzzo, lo sviluppo economico è come "un cane che morde la sua stessa coda" per cui, troppo spesso, la rappresentanza politica crea ricchezza sul territorio e la ricchezza sul territorio crea rappresentanza politica.

Nel momento in cui, pertanto, un giusto equilibrio di distribuzione territoriale della rappresentanza politica viene frustrato da condizioni socio – economiche profondamente diverse, la rappresentanza territoriale stessa va garantita e valorizzata a colpi di leggi e decreti.

Non si può andare in senso contrario.

Non dimentichiamo, del resto, che nel silenzio assoluto dei nostri rappresentanti parlamentari, l'ultima riforma elettorale nazionale ha privato il territorio teramano della propria circoscrizione alla camera dei deputati.

E' tempo di invertire la rotta.

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