I mondiali in Qatar e l'ipocrisia globalista

La morte del calcio

Per la summa ideologica globalista, è tutto tollerabile al giusto prezzo.

E' tollerabile la violazione sistematica dei diritti umani.

Sono tollerabili le morti sul lavoro ( 6500 deceduti ) e la segregazione degli omosessuali in "campi di conversione".

E' assolutamente accettabile una condizione della donna in tutto e per tutto simile a quella del tanto vituperato Iran.

Va a farsi benedire, infine, anche la "pippa" galattica dell'emergenza climatica di fronte ai nove stadi quatarioti, nuovi di zecca, dotati di aria condizionata interna ( ?!? ).

Il Qatar ha giusti denari e indispensabili materie prime in quantità tale da comprare, con estrema facilità e a buon mercato, anche il pensiero politicamente corretto proprio del mondialismo internazionale.

L'ideologia occidentale dominante, del resto, si compone di dogmi che, in quanto tali, non essendo fondati su solidi sillogismi, risultano essere assolutamente mutevoli, cedevoli, emendabili e alla mercé dell'acquirente di turno.

Ciò che viene predicato in patria diventa merce di scambio nella terra degli emiri.

É in ballo il gas naturale.

Sono in ballo forniture miliardarie di armi ( il Qatar è il primo acquirente internazionale della nostra industria bellica ).

La domanda, allora, è lecita?

Quanto è credibile il tanto celebrato globalismo se il pensiero stesso, su cui esso si fonda, risulta essere sul mercato?

La credibilità, evidentemente, è prossima allo zero cosmico.

L'unico "Dio" dello stato sommerso mondiale è il mercato.

La finanza transnazionale, l'interesse privato, il desiderio geopolitico di dominio globale prevalgono su tutto e tutti.

Il resto è fuffa ...

Buon mondiale a tutti!

Area Sovranista - Montorio al Vomano - TE
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