Arresa come una fortezza

Il destino di "Amoretto"- articolo di Tiziana Lancia

Silente giace lo scheletro di "Amoretto", morto nel futuro di un trascorso illegittimo.

In un grande piano, alla base della celebre e decantata Fortezza di Civitella del Tronto, all' ombra di secolari e imponenti esseri vegetali, giace inerme lo scheletro di una piccola struttura.  Essa ospitava un locale di recente inaugurazione,  "Amoretto", piccolo punto di somministrazione dedicato al cibo da strada.

Il parallelepipedo prefabbricato serviva molti tavoli sistemati nello spazio circostante. Gli alberi erano utilizzati da appigli per un sistema di lampadine disposte su una serie su cavi, a restituire all'ambiente circostante una atmosfera di sapore retrò.

Il locale è stato dismesso successivamente al periodo di chiusura connessa all' emergenza sanitaria.

Al momento, la caratteristica roccia del maestoso sperone, che tanto coraggio ha dato ai nostri predecessori di realizzare una simile e imponente struttura militare e che costituisce un insieme indissolubile di opera della natura ed opera dell' uomo, è  vittima di un sistema di reti di contenimento che mortifica, in modo rilevante tutto lo scenario. Al di là di quanto diversamente potesse essere fatto ( a tal proposito, un concorso di ingegneria-architettura ci avrebbe lasciato basiti per eccesso di genialità e di soluzioni che sarebbero potute zampillare dal connubio tra scienza e creatività), tuttavia, per evitare un simile scempio architettonico, una domanda sorge spontanea:

"Amoretto" poteva sorgere, quale luogo deputato ad assembramenti, feste ed eventi goliardici, al di sotto di un tale imminente, imprevedibile pericolo, tale da dover giustificare un intervento? Dunque la struttura di "Amoretto" era illegittimamente autorizzata o è falso il pericolo che giustifica l'apposizione delle reti in perfetto stile "pesca a strascico"?

Sarebbe bello, se simili shakespeariani dilemmi, fossero chiariti dall'attuale amministrazione comunale che ha scelto la via del degrado, rispetto a quella dell'esaltazione, per la celebre fortezza Borbonica di Civitella del Tronto. Non ci resta che raccogliere le firme per un concorso di architettura che possa invertire la rotta.

Il camouflage della maglia a rete, che tutto mortifica, è la negazione stessa della scelta di costruire lì la Fortezza: una dimostrazione di fragilità anziché di forza tesa a sorreggere quei pericoli che, per quanto sia in nostra memoria, da lì non sono mai scesi.

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La struttura di "Amoretto" posta al di sotto delle pareti pericolanti.

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