Parenti, affini & co.

Il sistema Italia può ancora definirsi clientelare?

Dite la verità!!! Chi di voi non ha mai sentito, almeno una volta, questa frase: "il male dell'Italia è il clientelismo".

Ma il sistema Italia può ancora definirsi clientelare?

Diverse relazioni sociologiche, anche recentemente, si sono occupate della evoluzione di un fenomeno che, da sempre, caratterizza il rapporto tra politica ed elettorato del nostro paese ( Italia ).

Per agevolare il lettore, chiariamo bene di cosa stiamo parlando:

Per clientelismo intendiamo la "raccolta del consenso elettorale attraverso lo scambio di beni e servizi selettivi a individui o gruppi ristretti in cambio del voto"."Esempio sono il rilascio di permessi di vario tipo, la facilitazione dell'assunzione in qualche amministrazione locale o la fornitura di una prestazione medica specialistica in cambio del voto"( Piattoni, 2018, Quaderni di sociologia )

La prima forma concreta di clientelismo può individuarsi nella distribuzione di posti di lavoro pubblici alla cd. clientela ( sostenitori elettorali ).

L'Italia, soprattutto con le "maglie larghe" che caratterizzavano la Prima Repubblica, è proliferata sul clientelismo.

Oggi, intere carriere politiche di squallidi politicanti locali si fondano, più che su idee e azioni operate nell'interesse collettivo, sulla promessa sistematica di posti di lavoro, promessa spesso non mantenuta o mantenuta nei limiti, ineludibili, del patto di stabilità.

Tanto per fare un esempio tangibile, è come se nel Vostro comune o nella Vostra provincia, i concorsi pubblici fossero vinti dal marito o dalla moglie dell'assessore, dal parente del vicesindaco, dalla sorella del segretario del partito e così via.

La seconda forma di foraggiamento della clientela, è quella della dazione di incarichi pubblici ( tramite affidamento ) indirizzata ai sostenitori politici: affido incarichi o gestione di beni e servizi all'uno o l'altro imprenditore perché mi ha sostenuto o mi sostiene politicamente.

Con le deroghe operate al codice degli appalti, che hanno provveduto ad estendere l'affidamento diretto fino a 150.000 euro di valore del bene o servizio richiesto, fare clientela tramite affidamenti è diventato molto più agevole e risulta essere assolutamente conforme alla legge positiva ( sulla conformità a legge morale lasciamo spazio alla coscienza di chi legge ).

Insomma, sono fenomeni che, bene o male, conosciamo tutti.

Ma la domanda è la seguente: il sistema Italia, oggi, è ancora un sistema clientelare?

Ad opinione di chi scrive, l'analisi più completa è stata operata da Simona Piattoni, sociologa e politologa presso l'Università di Trento, nel 2018 e pubblicata su "quaderni di sociologia", sempre nello stesso anno.

Secondo la Piattoni, che opera anche una eccellente comparazione con il fenomeno a livello europeo, il clientelismo in Italia ha cambiato forma pur continuando a proliferare nei nostri rapporti sociali e lavorativi.

L'avvento delle privatizzazioni ed esternalizzazioni "a tappeto" e le modifiche intervenute in ambito di sistema elettorale hanno modificato le modalità di attuazione del voto di scambio senza intaccarne la natura generale di veicolo privilegiato di consenso.

Insomma, il clientelismo come un serpente "cambia pelle" e si adatta ai mutamenti sociali e istituzionali.

Per chi volesse approfondire, in allegato la relazione della Piattoni di cui stiamo parlando ( RELAZIONE PIATTONI 2018 ).

Noi, invece, chiudiamo con una riflessione dolce e una amara.

E' importante distinguere, in politica, tra coloro i quali sfruttano la loro posizione di potere al fine di estorcere voti e chi, al contrario, pone il proprio operato al servizio della comunità anche impegnandosi, senza secondi fini, nella risoluzione di singole problematiche specifiche del cittadino.

Dopo la riflessione dolce, quella amara: il clientelismo toglie a tutti qualcosa ... al politico toglie credibilità e dignità, all'elettore la libertà, alla nostra pubblica amministrazione toglie imparzialità, competenza ed efficienza.

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