La strategia e la politica

Gettiamo la strategia nella tazza del cesso


Si discuteva con cari amici, qualche sera fa, di quel filo "spesso" che separa i due concetti di politica e strategia e di come quest'ultima stia brutalmente soppiantando in modo definitivo la prima.

La discussione è nata da due domande pratiche:

Quando Salvini, fulminato nottetempo sulla Via di Damasco, diventa europeista ed entra nel governo Draghi, sta facendo politica o strategia?

La Meloni che rimane in opposizione non per pregiudiziali di contenuto ma, semplicemente, perché è necessario che in questo paese "vi sia una opposizione", sta facendo politica o strategia?

Il Movimento Cinque Stelle che cambia vestito a seconda del festeggiato, sta facendo politica o strategia?

I partiti politici, oggi, sono essenzialmente delle aziende di marketing che prima di qualsiasi azione strategica ( appunto! ) operano indagini di mercato tese a stabilire, rispetto all'elettorato, il gradimento delle operazioni stesse.

Tanto per citare Stefano Rodotà e il suo saggio "Iperdemocrazia", non è più l'operato politico che influenza i sondaggi ma sono i sondaggi ad indirizzare le prese di posizione della politica.

La strategia esasperata tesa alla veicolazione del consenso, svuota le compagini partitiche di qualsiasi costrutto ideologico: qualcuno realmente crede che la Lega o altri ex partiti sovranisti, governando con Draghi, possano realmente raggiungere obiettivi come la flat tax, i minibot o un cambio di passo deciso in Europa? Francamente, siamo in molti a fornire una risposta negativa.

Lo stesso, purtroppo, avviene a livello di politica locale.

Cosa si è votato nel corso delle ultime elezioni amministrative a Montorio al Vomano? Si è votato il fascino indiscutibile dell'operazione di marketing oppure si sono votate le proposte, le idee e la loro realizzabilità concreta? Si è votata l'aura vezzosa del contenitore oppure la concretezza del contenuto?

Dico da sempre, e in questo caso esprimo una opinione personale, che chi non è portatore di idee originali e realizzabili, di una visione chiara e granitica del domani e della direzione che il territorio deve prendere, non dovrebbe fare politica poiché toglie spazio e possibilità a chi, in verità, ha realmente qualcosa da dire e realizzare.

Fate politica solo per mantenere posizioni di interesse? In nome di Dio, ritiratevi.

Fate politica solo per battere i record di preferenze? Allo stesso modo, ritiratevi.

Fate politica solo per eseguire gli ordini dei Vostri capi - bastone regionali? Ritiratevi.

Fate politica senza idee ma solo per incasellare nomi all'interno delle istituzioni? Ritiratevi.

L'attività politica, tanto a livello nazionale quanto a livello locale, è ridotta a mero esercizio di attività spregevoli quali l'inganno, il tradimento, la delazione, tutte attività che premiano i contenitori vuoti e sviliscono in modo irreversibile e definitivo la politica delle idee.

Da dove ripartire, al fine di spezzare questa spirale perniciosa? Prima di tutto, è necessario buttare nel cesso le logiche di consenso; successivamente, prendere atto che la buona politica ( quella con la "P" maiuscola ) è esclusivamente quella che persegue il bene comune per il bene comune, che agisce in trasparenza e chiarezza e che, come detto sopra, insieme alle logiche di consenso, getta nello sciacquone anche la strategia.

Area Sovranista - Montorio al Vomano - TE
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