Consulta e vaccini: una battaglia persa che non decide le sorti della guerra
Riflessioni sul comunicato stampa della Corte
Allo stato attuale, l'unico atto cui fare riferimento al fine di comprendere la portata effettiva della decisione della consulta, è uno scarno comunicato stampa dell'ufficio comunicazione della Corte Costituzionale.
PRIMO PASSAGGIO
"La corte ha ritenuto inammissibile, per ragioni processuali, la questione relativa alla impossibilità, per gli esercenti le professioni sanitarie che non abbiano adempiuto all'obbligo vaccinale, di svolgere attività lavorativa, quando non implichi contatti impersonali".
In questo primo capoverso diventano determinanti le "ragioni processuali" che, evidentemente hanno impedito alla Corte di decidere sulla questione specifica ( la possibilità per i sanitari non vaccinati di continuare a lavorare evitando contatti interpersonali ), sancendo l'inammissibilità del quesito.
La Corte, pertanto, non si pronuncia, e sarà necessario attendere le motivazioni della sentenza al fine di comprendere quali sono queste "ragioni processuali" a sostegno dell'inammissibilità.
SECONDO PASSAGGIO
"Sono state ritenute, invece, non irragionevoli né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull'obbligo vaccinale del personale sanitario".
Questo secondo passaggio è dotato di maggior chiarezza: il complesso normativo relativo all'obbligo vaccinale del personale sanitario viene considerato dalla Corte ragionevole e proporzionato.
Due riflessioni sul punto.
La prima riguarda la valenza di ordine generale della decisione che, inevitabilmente, salva in blocco tutto l'impianto normativo Covid in ambito di personale sanitario compresa, evidentemente, anche la questione specifica relativa alla sospensione senza stipendio dei sanitari stessi.
La seconda riflessione inerisce, tuttavia, all'ambito oggettivo della decisione che, limitandosi ad analizzare le norme relative solo al personale sanitario, non esprime giudizi sui provvedimenti Covid di ordine pubblico.
Le limitazioni imposte con il green pass o l'obbligo vaccinale indiretto sancito con le sanzioni in danno agli Over 50 non vaccinati potranno essere allora, successivamente, oggetto di altro e diverso vaglio costituzionale.
TERZO PASSAGGIO
Ugualmente non fondate, infine, sono state ritenute le questioni proposte con riferimento alla previsione che esclude, in caso di inadempimento dell'obbligo vaccinale e per il tempo della sospensione, la corresponsione di un assegno a carico del datore di lavoro per chi sia stato sospeso; e ciò, sia per il personale sanitario che per il personale scolastico.
La Corte, con questa chiosa, per la prima volta allarga l'ambito anche alla situazione specifica del personale scolastico e relativa alla sospensione senza stipendio degli insegnanti non vaccinati.
Questo ultimo periodo si collega direttamente al secondo.
Come abbiamo visto sopra, la consulta ritiene legittimo e proporzionato l'impianto normativo Covid relativo all'obbligo vaccinale del personale sanitario.
In questo terzo passaggio va nello specifico e andando a dissertare dell'eventuale diritto all'assegno "alimentare" in favore del lavoratore sospeso senza retribuzione, implicitamente ammette la legittimità della sospensione stessa.
Per inciso: neanche il diritto all'assegno "alimentare", a carico del datore di lavoro, viene riconosciuto e accordato a tutti quei lavoratori che, per libera scelta, hanno deciso di non vaccinarsi.
Concludendo: La cattiva notizia è che la Corte Costituzionale sembra, in tutto e per tutto, avere un atteggiamento politico rispetto agli abusi normativi della stagione pandemica, un atteggiamento che mira nello specifico a "conservare" la classe politica che, ex lege, ha contribuito a nominare i componenti della Corte Costituzionale.
La buona notizia, invece, è relativa al fatto che molte questioni, quali "green pass" e obbligo over 50, rimangono aperte.
Si tratta di una battaglia persa che non decide le sorti della guerra.