La finestra di Overton minaccia i diritti dei lavoratori
Davvero i giovani non vogliono lavorare?
La cd. "finestra di Overton" è una tecnica comunicativa ben collaudata utile, alla bisogna, a rendere universalmente accettato un concetto precedentemente deprecabile.
Grazie a questo espediente mentale, negli ultimi due anni, il nostro governo ha reso non solo lecite ma quasi auspicabili tutte le restrizioni incostituzionali connesse all'emergenza COVID.
Come funziona in concreto?
Un'idea inizialmente definita "inconcepibile" viene pian piano, giorno dopo giorno, sdoganata presso l'opinione pubblica con costanza fino a quando essa non diviene "ragionevole", "diffusa", "popolare" ed, infine, "legalizzata".
Naturalmente Overton, nell'ambito della sua teoria specifica, ci ha raccontato anche molto altro ma, al fine di rendere agevole la lettura, è sicuramente meglio "asciugare" il concetto.
Detto ciò, dopo la sottomissione al Leviatano sanitario, quale altro concetto inaccettabile è in fase di lavorazione, in questi giorni, presso l'opinione pubblica?
Basta seguire e osservare, con attenzione, i telegiornali e i talk show televisivi.
L'argomento principe dei salotti buoni della TV nostrana è riconducibile alla mancanza di mano d'opera per ristoranti e locali estivi e viene costantemente introdotto dallo slogan efficace "Gli italiani non vogliono lavorare".
Gli strali delle classi privilegiate sono indirizzati a intere generazioni di giovani e meno giovani indisponibili non tanto a lavorare quanto, piuttosto, a essere sfruttati, privati dei diritti e sottopagati.
Immancabili, sul palco della storia, gli imprenditori balneari che offrono 15 ore di lavoro al giorno ( festivi compresi ) a 1.000 euro al mese ( di cui la metà fuori busta ) e non riescono a capacitarsi del fatto di non riuscire a trovare dipendenti.
Il gran varietà del main stream, tanto per rendere l'idea, offre diritto d'asilo a riflessioni bislacche come quella della pseudo - opinionista Hoara Borselli, la quale serenamente afferma "da giovane lavoravo in un bar e mi pagavano con un gelato al giorno".
Quali concetti stiamo sdoganando attraverso questa opera giornaliera di persuasione?
In primo luogo, naturalmente, ci stanno dicendo che è "accettabile" essere sfruttati e sottopagati.
In seconda istanza, l'opera di convincimento è indirizzata ad una demolizione progressiva dei diritti minimi del lavoratore ( altro che la chimera del salario minimo ).
Stanno preparando il campo, infine, alla probabile prossima abolizione del "reddito di cittadinanza", istituto che, senza dubbio necessita di riforma sostanziale in senso lavoristico ma che, ad opinione di chi scrive, non può essere assolutamente abrogato pena il ritorno ai livelli percentuali di povertà di qualche anno or sono.
Concludendo, la macchina occidentale della propaganda non riposa mai: vi è sempre un diritto costituzionale da violare o una libertà da sacrificare sull'altare della visione transumana globalista del mondo.