Milano e dintorni: la reale portata dell'inchiesta "mensa dei poveri"
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Premessa numero 1: siamo tutti garantisti. Noi che siamo avvezzi a recepire la costituzione come qualcosa di vivo, reale e in grado di orientare tutte le nostre riflessioni, non possiamo che considerare ogni cittadino "non colpevole fino al terzo grado di giudizio", come stabilito dalla Costituzione.
Premessa numero 2: al fine di operare una compiuta riflessione di opportunità politica ( non una riflessione di respiro giudiziario ), il reato contestato al nostro Sindaco va considerato non come singolo episodio ma come piccolo tassello di una inchiesta più ampia ( inchiesta denominata "mensa dei poveri" ) che ha disvelato un vero e proprio "sistema" corruttivo nell'ambito della provincia di Milano.
Di cosa parliamo?
Come evidenziato nell'articolo di Sky TG 24 allegato ( Sky TG 24 ricostruzione dell'inchiesta ), l'inchiesta mensa dei poveri pone all'attenzione della magistratura un diffuso e consolidato "sistema di appalti, nomine pilotate, corruzione e finanziamenti illeciti, che il 7 maggio 2019 porta a 43 misure cautelari: alcune colpiscono tra gli altri esponenti imprenditori e politici di Forza Italia".
Primo punto fermo, dunque: è una inchiesta che coinvolge Forza Italia e nessun altro partito, nell'ambito di un sistema provinciale consolidato.
Deus ex machina, secondo gli inquirenti, di tutta la struttura sarebbe un certo Caianiello ( detto il Mullah ) di cui Tatarella e Altitonante, sempre secondo gli organi inquirenti e la stampa, sarebbero i "delfini" politici ( non lo diciamo noi ma, bensì, l'inchiesta di "Report" e altre testate giornalistiche ).
L'oggetto dell'inchiesta, complessivamente considerata, pertanto è questa e in questo contesto va ad inserirsi il singolo reato, contestato al nostro Primo Cittadino.
Un aspetto inquietante, relativamente al quale è doveroso non tacere, è quello relativo al presunto coinvolgimento, nell'ambito dell'inchiesta stessa ( considerata in senso generale ), di esponenti della criminalità organizzata calabrese.
Sempre nell'articolo di Sky TG 24, infatti, è dato leggere come "Un primo filone dell'inchiesta coordinata dalla Dda di Milano vede al centro l'imprenditore del settore rifiuti e bonifiche ambientali Daniele D'Alfonso della Ecol-Service srl, che viene arrestato con l'aggravante di aver favorito la 'ndrangheta, in quanto con gli appalti ottenuti in cambio di tangenti avrebbe dato lavoro agli uomini della famiglia calabrese dei Molluso di Buccinasco. D'Alfonso avrebbe avuto a libro paga il consigliere comunale milanese e vice coordinatore lombardo di Fi Pietro Tatarella, "stipendiato" con 5mila euro al mese. In cambio il consigliere - che si è poi dimesso - avrebbe favorito l'imprenditore negli appalti dell'Amsa ( l'azienda milanese di servizi ambientali ) e l'avrebbe introdotto in altri appalti a Varese e a Novara, dove sarebbe stato attivo il parlamentare di Fi Diego Sozzani. Sozzani viene accusato di un presunto finanziamento illecito da 10mila euro ricevuto nel marzo 2018 da D'Alfonso. In più, il deputato di Fi è indagato anche per corruzione in uno stralcio dell'indagine per altri fatti. In questo filone viene coinvolto anche il consigliere regionale di Forza Italia ed ex sottosegretario con deleghe all'area Expo, Fabio Altitonante: viene accusato di finanziamento illecito e corruzione ( reati derubricati successivamente in "traffico di influenze" n.d.r. ) per aver ricevuto da D'Alfonso 20mila euro "al fine di far ottenere il rilascio del permesso a costruire relativamente a un immobile di proprietà della moglie del manager Luigi Patimo".
Lo scenario complessivo, tuttavia, al di là del singolo reato di "traffico di influenze", evidenzia l'utilizzo sistematico di appalti pubblici e società partecipate, al fine di creare clientela e veicolare consenso, un sistema che ha caratterizzato, nelle ipotesi degli inquirenti, il modus operandi di Forza Italia in provincia di Milano e che, proprio come modalità di controllo del potere, chissà quante volte è stato replicato o potrebbe essere replicabile altrove.
Ora, torniamo alla premessa numero 1: siamo tutti garantisti.
L'augurio che è necessario rivolgere al nostro Primo cittadino è quello di risultare totalmente estraneo alle vicende a lui addebitate e la speranza è che il nostro piccolo paese non salga all'onore delle cronache per episodi avvenuti altrove.
La riflessione di ordine politico, invece, è come sovente accade completamente diversa: non sarebbe stato, forse, più opportuno, in attesa di veder concluso il giudizio in questione, aiutare il proprio paese evitando una esposizione diretta?