Modelli comunicativi fondati sulle stronzate
Questo articolo, permettetemelo, inizia con una sublime banalità: "viviamo nella società dell'apparenza".
Sì, va bene, lo sappiamo tutti ormai da anni, non è una novità, e quindi?
Quindi, è necessario partire da questo assunto al fine di analizzare i modelli comunicativi dominanti in politica, quei modelli che investono, ormai, anche i nostri territori e, pertanto, non più soltanto la politica nazionale.
L'apparenza è diventato il fine ultimo della comunicazione in un rinnovato paradigma per cui il modo in cui un politico appare e si presenta, diventa elemento sostanziale del proprio essere.
L'attività concreta è relegata a ruolo ancillare rispetto a come la stessa attività viene presentata.
Parafrasando Cartesio, potremmo dire: "appaio quindi sono" oppure "piaccio quindi sono", se facciamo riferimento alla necessità della comunicazione moderna di ottenere like e consensi, a prescindere dall'effettiva rilevanza pubblica di proposte e azioni.
La "bestia" di Salvini, un modello comunicativo ragionato e collaudato, basa la propria efficacia proprio sulla necessità di anticipare le opinioni della massa e cavalcarle opportunamente.
Il sistema analizza le tendenze di opinione dei singoli, complessivamente considerate, e interviene tempestivamente a rappresentare le proprie posizioni come accondiscendenti nei confronti della massa.
La "bestia", inoltre, conosce bene il sistema degli algoritmi e sa benissimo che, in ambito social, maggiori saranno i like, maggiori le condivisioni e maggiore sarà anche la diffusione degli interventi successivi.
La volontà di replicare un modello comunicativo vincente spiega, allora, come mai spesso, sempre in ambito social, ci troviamo di fronte a post o interventi assolutamente insulsi, pubblicati anche da politici locali, i quali magari sentono forte la necessità di renderci edotti del fatto che sono andati a fare la spesa, sono andati dal barbiere o hanno preparato il pranzo con i figli.
L'ufficio stampa della Lega, di questo modello comunicativo ha fatto "arte" ma, sia ben chiaro, lo stesso modello oggi viene utilizzato da tutti i grandi partiti di massa dell'arco costituzionale.
Detto questo, è molto interessante analizzare il modello comunicativo utilizzato dalla nostra amministrazione comunale.
Intanto, cominciamo con il dire che, per la prima volta, in questo territorio, a livello politico, la comunicazione assume una veste scientifica, eterodiretta, ragionata e univoca.
E' evidentissimo, a chi sa leggere tra le righe, che i comunicati stampa emessi dai membri della maggioranza, sono vergati tutti dalla stessa mano: li riconosci dal modo di presentare le argomentazioni, li riconosci dall'aggressività latente che trasuda dai comunicati stessi.
Analizziamone le modalità contenutistiche:
1 ) Presenzialismo ad ogni costo.
Una comunicazione aggressiva è, spesso, una comunicazione oltremodo invadente.
Presenzialismo ad ogni costo, in ogni occasione, per ogni evento. Se il sindaco sposta un sasso va comunicato ai giornali, se l'assessore "tal dei tali" soffre di stitichezza, i giornali lo devono sapere.
L'elettorato, in uno stato di campagna elettorale permanente, va tenuto sempre sulla corda, in tensione.
Se non eserciti l'apparenza vieni dimenticato presto e chi gestisce la comunicazione della maggioranza questo lo sa bene.
2 ) La logica del nemico
Un regime di campagna elettorale permanente necessita costantemente di un nemico al fine di autoalimentarsi.
Se il nemico non esiste ( una amministrazione dovrebbe essere amministrazione di tutti ), il nemico bisogna inventarselo ed è necessario inventarselo sempre in modo scientifico, tramite ragionamento.
Nel caso di specie, il nemico andava individuato in soggetti da offrire, come nelle antiche arene del circo, in olocausto alla sete di vendetta della tifoseria.
E chi meglio del Partito Democratico locale e della minoranza consiliare?
Fateci caso, perdendo qualche minuto: ogni post, ogni comunicato della maggioranza, anche quando riporta attività positive, si conclude spesso con "Il PD ha rovinato questo paese negli ultimi 20 anni", "la minoranza fa solo chiacchiere".
Concetti semplici, non argomentati, ribaditi all'infinito che, però, fanno breccia nell'immaginario singolo e collettivo degli ultras.
3 ) "Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte ed essa diverrà la verità"
Diceva un signore tedesco che andava per la maggiore all'inizio degli anni '40.
Chiaramente, lungi da me paragonare i soggetti quanto piuttosto rapportare ad oggi l'assunto di cui sopra.
La comunicazione dell'amministrazione è strutturata in concetti semplici, facilmente fruibili, spendibili con tutti e ripetuti all'infinito.
Ora, in verità, se qualcuno dovesse ripetere lo stesso concetto mille volte al sottoscritto, il sottoscritto probabilmente dopo un po' si romperebbe i coglioni.
L'ultras, invece, si lascia sedurre da concetti semplici e fruibili, gode nel sentirli ripetere, si eccita e li manda a memoria come l'atto di dolore a catechismo
Abbiamo ricordato, poco sopra, i concetti banalizzanti e ridondanti per cui "la minoranza fa solo chiacchiere" e il "PD ha rovinato il paese".
Ma facciamo un altro esempio: la storia dei servizi sociali.
Abbiamo sentito mille volte questa amministrazione ripetere: "Montorio al Vomano non ha i servizi sociali".
Si trattava di un mantra comunicativo da mandare a memoria.
"Montorio al Vomano non ha i servizi sociali","Montorio al Vomano non ha i servizi sociali", "Montorio al Vomano non ha i servizi sociali", "Montorio al Vomano non ha i servizi sociali","Montorio al Vomano non ha i servizi sociali", ci è stato ripetuto in continuazione, all'infinito, fino allo sfinimento.
Alla fine si è scoperto che, in primo luogo, Montorio al Vomano quale ente comunale conservava le attività sociali gestite in proprio e che la questione dell'ECAD ( i servizi sociali gestiti in modo condiviso con altri comuni ) era molto più complessa di come era stata presentata.
Qual è, tuttavia, il messaggio che è passato? Che "Montorio non ha i servizi sociali". Chapeau.
Insomma, concludendo, come abbiamo modo di vedere ogni giorno, i moderni modelli comunicativi, se fossero reati, si andrebbero a collocare a metà tra la truffa e la circonvenzione di incapace, in cui il ruolo dell'incapace, spesso, è rappresentato da un elettorato pigro che si nutre di slogan e stronzate, di odio e vendetta.
Un cambio di passo rilevante dovrebbe essere stimolato dalla presenza di una opinione pubblica maggiormente "sul pezzo" e dotata della curiosità necessaria all'approfondimento.
Tanti auguri !!!